giovedì 15 novembre 2012

The Raven - la recensione

The Raven è una creatura strana. A metà tra un thriller e un horror, tra Saw e Sherlock Holmes, non riesce mai ad assumere una propria identità. Ma sapete che c'è? Mi è piaciuto.

James McTeigue (V for Vendetta) intrattiene fino alla fine, mettendo in scena un film pieno di mistero e tensione che non disdegna lo splatter.
The Raven racconta gli ultimi giorni di vita di Edgar Allan Poe, rivisitando gli eventi che lo hanno portato alla morte, in circostante misteriose, nel 1849.

L'idea è buona, la fotografia e l'impianto registico, anche. A non convincere completamente è l'interpretazione di John Cusack nei panni dello scrittore statunitense. E su questo punto, ha inciso molto il doppiaggio approssimativo effettuato per l'Italia.
Ma il fatto è che trovo eccezionale pensare agli ultimi giorni di vita di Edgar Allan Poe nel mondo in cui vengono raccontati in The Raven.
E anche se James McTeigue si perde nelle varie citazioni, il film ha una propria anima orrorifica, cruenta e macabra che viene rappresentata perfettamente. Il tentativo di coinvolgere lo spettatore, facendo leva sulla personalità di Edgar Allan Poe e sulle vicissitudini oscure che hanno scandito le ore precedenti la sua morte, funziona.

In breve, a conti fatti, cos'è The Raven?
Lo svilimento e lo stravolgimento del poeta, scrittore e critico letterario che è stato E. A. Poe? No.
È un'interessante - e fantasiosa - interpretazione degli ultimi giorni di uno dei più grandi rappresentanti del genere gotico? Sì.
Un film diretto e scritto con furbizia - che strizza l'occhio a più di una pellicola - giocato tutto sulle ossessioni, gli incubi e gli aspetti psicologici di Edgar Allan Poe.
Non è un capolavoro, ma poteva andare molto peggio.
Di qui a poco verrà il pezzo della soda caustica. La sclerata vale tutto il film.

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